Cos'altro potrei scrivere,
Non ne ho il diritto...
Cos'altro potrei essere,
Tutte le scuse...

martedì 13 dicembre 2011

coming back

sono tornato, dopo tanto, troppo tempo, ho riattivato questo blog, come si riattiva la memoria dopo tempi bui.
non ho avuto problemi, nè avevo rinunciato a questo progetto.
ho semplicemente sospeso nel tempo questa mia discussione virtuale, mentre approfondivo discussioni umane ( e non ), caricandomi di bagagli da disfare qui, in questo angolo di web.
ho terminato di scrivere il mio primo libro, dopo due anni e mezzo di lavoro.
nel frattempo sono diventato volontario della croce rossa italiana.
continuo sempre ad essere un devoto marito, ed un padre affettuoso.
quante cose potrei raccontare, subito qui, su due tasti, ma devo ancora riordinare i miei pensieri, togliere i rami secchi dalle mie sinapsi e disfarmi di tante scuse, di tutte le scuse.
pian piano ricorderò come si scrive, e focalizzerò ciò che voglio dire, non parlerò dei treni a vapore, ne del cielo d'irlanda, o di aeromodellismo.
parlerò di vita, di futuro, di incertezze e di rabbia.
sentendomi in qualche modo davanti a quel microfono, radio Alice, che non ho mai visto, ma che voglio vivere con voi.

domenica 6 marzo 2011

e non ne posso più....cazzo...
chi di voi non ne può veramente più alzi la mano, scagli la prima pietra, colga la prima mela, fotta il proprio nemico, ma faccia qualcosa...cazzo...
non è più accettabile leggere le prime pagine dei giornali, aprire le prime pagine dei notiziari web, accendere la televisione sui tg e trovare sempre la solita merda che si propaga nell'etere o sulla carta...
la politica italiana è morta, a dodici giorni dal 150 esimo anniversario dell'unità, quest'italia è morta e sepolta, non ha più senso nemmeno scriverla con la I maiuscola, ve lo dice uno che la ama alla follia...
nella mia breve (per ora) vita, ho fatto qualche viaggio in giro per il mondo, ovunque ho sentito la mancanza di lei, nonostante tutto mi portasse lontano, chi me lo faceva fare di tornare?
eppure tornavo contento, non potevo farne a meno, ci credevo, e forse oggi ci credo ancora di più...però adesso basta...
ci sono limiti oltre i quali nemmeno Ghandi potrebbe pensare di avventurarsi, va bene diventar vecchi ma non coglioni.
e allora ribadisco il mio BASTA a questa farsa politica dove ognuno inscena il proprio teatrino pur di distogliere l'opinione pubblica dai veri problemi del bel paese, dove scagliarsi l'uno contro l'altro sembra l'unica soluzione possibile, dove a nessuno interessano davvero i sessanta milioni di cittadini che sono, di diritto e di dovere, gli unici padroni della nazione e di loro stessi!!!
fatemelo dire, vaffanculo a berlusconi e a bersani, a bossi e a di pietro, BASTA!!!
non ha più senso perdere tempo ed energie in una lotta persa in partenza, mandiamoli a casa tutti, questi sono morti che camminano, sono zombie nel giorno del non giudizio, non sono ancora suonate le trombe degli arcangeli, gli agnelli sacri non hanno ancora rotto i sigilli, questi nostri politici del cazzo non hanno alcun diritto a governare questa terra, fuori dai coglioni...
scusate la volgarità, ma non ne posso davvero più di vedere quello che accusa questo, quell'altro che dà fiducia a quest'altro solo per un tozzo di pane...
il mondo ci frana addosso, l'inflazione sale, il debito pubblico è alle stelle, l'occupazione diminuisce, le persone come me non hanno più soldi per andare a mangiarsi la pizza fuori con la famiglia, molti non riescono più a pagarsi il mutuo della casa, le banche che prima finanziavano anche winnie the pooh, ora lasciano morire di fame chiunque non abbia un reddito sufficente per non aver bisogno di loro, dove stiamo andando?
WHERE ARE WE RUNNING? lo cantava lenny kravitz anni fà ma è una domanda di moda, dove stiamo correndo?
il diciassette marzo festeggieremo la nostra identità come gli statunitensi festeggiano la loro il quattro luglio, sappiamo come loro ciò che ci apprestiamo a fare?
sappiamo realmente cosa significa unità d'italia?
sappiamo realmente cosa significa ITALIA?
forse dentro al cuore di ognuno di noi è nascosta la risposta, quel giorno sentiamoci un pò più ITALIANI, ed un pò meno noi stessi...

mercoledì 23 febbraio 2011

lavorare con lentezza

queste le parole di una vecchia canzone trasmessa più volte da Radio Alice, storica radio bolognese di fine anni 70, fonte di ispirazione di questo blog.
sono nato due anni dopo la chiusura di Radio Alice, e tutto ciò che conosco della sua storia l'ho letto su wikipedia, se allora quei ragazzi avessero avuto internet come mezzo di comunicazione, forse sarebbero riusciti a fare più danni, a smuovere più coscenze, ad essere, se possibile, ancora più incisivi.
ho scelto come sfondo del mio blog proprio una foto dall'archivio di quella radio, ragazzi che comunicano al mondo in libertà, cultura, discussioni ed opinioni senza censura, quella sottile censura di cui godiamo oggi noi.
certo io posso scrivere attraverso questo blog tutto ciò che voglio e chiunque mi segua, in tutto il mondo, lo leggerebbe, ma poi?
se scrivessi che voglio organizzare una rivoluzione, che succederebbe? se volessi insultare liberamente questo o quell'altro politico, sarei tranquillo? o farei la fine della giornalista Valeria Rossi, che si è trovata la casa piena di poliziotti?
la verità è che siamo un paese dove la libertà di stampa significa accettare liberamente bustarelle per scrivere articoli sotto dettato, reporter sans frontières ha stilato una classifica dei paesi in base alla libertà di stampa, noi italiani siamo al quarantesimo posto, un motivo ci sarà...
è disarmante guardare cinque telegiornali su sei e capire da subito come sia, con leggerezza assoluta, manipolata l'informazione a favore della nostra completa ignoranza, tu pensa alla salute che c'è chi pensa a quello a cui non pensi tu cantava Ligabue, ed è quello di cui ho già parlato in un post precedente, la macchina della nebbia.
ma non è questo che vogliamo, non è questa frenetica ricerca di gossip, questa fuorviante montagna di parole che non servono a nulla, noi vogliamo risposte, vogliamo comunicare, che significa conoscere, che significa comprendere, che significa vivere.
io voglio, imperativo assoluto, parlare in libertà, come facevano quei ragazzi nel 77 prima che una repressione politica gli tagliasse le ali, voglio vivere la mia vita impegnandomi al massimo per quella libertà che mi è sbandierata in faccia ma che sotto sotto non esiste, voglio esporre le mie idee ed ascoltare quelle degli altri, che significa crescere in un mondo più giusto, che significa migliorare...
lo sappiamo, la vita è breve, non per questo dobbiamo buttarla per rincorrere l'effimero, prendiamoci una pausa, respiriamo, basta correre, io voglio...lavorare con lentezza...

giovedì 17 febbraio 2011

le possibilità della fortuna

ho sempre pensato di essere una persona fortunata, non ho mai vinto lotterie o tombole di natale, non ho mai trovato ne quadrifogli ne centinaia di euro lungo la strada, ma ho sempre avuto tutto ciò di cui necessitava la mia esistenza.
un tetto sopra la testa, un'automobile con cui girovagare le mie serate senza meta, soldi in tasca per comperarmi ciò che desideravo, salute in abbondanza, amici, amiche, un lavoro stabile, vestiti per non sentirmi nudo, etc. etc.
ho trovato l'amore della mia vita, poi l'ho perso, poi ho trovato mia moglie, che è attualmente l'amore della mia vita, ho trovato nuovi amici, nuove case, nuovi vestiti e nuove automobili.
ho un figlio in perfetta salute, i miei parenti stanno tutti bene ( eccezion fatta per la mente ), insomma non mi posso lamentare.
non mi devo lamentare.
molta gente pensa che la fortuna siano dieci milioni di euro sul contocorrente, elisabetta canalis come fidanzata e flavio briatore come mentore.
altri pensano che la fortuna sia una salute di ferro, figli sani, tre pasti al giorno ed un bicchiere di vino buono.
altri ancora pensano che la fortuna sia essere vivi.
io credo che la fortuna, come tutte le cose, sia un idea soggettiva, non esiste una fortuna assoluta, come non esiste una verità assoluta, o l'amore assoluto.
la fortuna per ognuno di noi si misura con una base di confronto, sono fortunato rispetto a..., potrei esserlo di più rispetto a..., sono sfortunato rispetto a...
partendo da un preconcetto cattolico per cui l'invidia è una brutta bestia, mi sembra logico asserire che se mi sento fortunato lo sono rispetto a..., non mi piace pensare a quello che stà meglio di me, e quindi cerco di non lamentarmi sapendo che c'è chi stà peggio.
pertanto, dopo averlo pensato, ora sono sicuro di essere fortunato, e tutto ciò che costituisce il mio mondo me ne dà le prove.
qualcuno di quelli sopra citati potrebbe, ragionevolmente, pensare che se uno ha di più è perchè se l'è guadagnato, quindi la fortuna và conquistata.
lavoro duro sotto molti aspetti, quindi la mia fortuna la chiamo merito.
però, riflettendoci, anche altre persone che vivono in zone disagiate del mondo lavorano duro ma non riescono ad ottenere i miei risultati.
ed allora inizio a pensare in maniera diversa, inizio a concepire la parola POSSIBILITA', essendo nato in una famiglia medioborghese inserita in una società benestante, ho avuto delle possibilità che altre persone in altre parti del mondo non hanno avuto, la possibilità di essere vestito, nutrito, educato ed inserito in una società, come dicevo, benestante, ricca di possibilità.
quindi ciò che possiedo, di materiale ed immateriale, l'ho conquistato, forse meritato, partendo da una base agevolata, in qualche modo da una base di fortuna.
ho costruito la mia fortuna sopra una fortuna che non era mia, è stata una scelta del destino se sono nato in Italia invece che in Uganda o in Siberia, se i miei genitori se la cavavano bene economicamente, dandomi la possibilità di essere fortunato.
ho fatto uno strano giro di parole e ragionamenti per arrivare a dedurre, e quindi concludere, che la fortuna, come tutti sanno, è un dono del destino, che ti offre delle possibilità al momento della tua nascita, non ti resta che decidere cosa fare con il tempo che ti viene concesso.
e non è giusto ne lamentarsi ne sprecare le possibilità concesse, sarebbe un oltraggio verso chi, senza colpa, queste possibilità non le ha avute.

mercoledì 9 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

la macchina della nebbia

c'è sempre più confusione in questa Italia dai mezzi valori ed una stupidità certificata e garantita, chi si scaglia contro questo, chi contro quell'altro, c'è chi accusa i magistrati e chi continua a fare la fortuna di avvocati e professionisti dell'Ordine.
c'è chi si vende ormai per meno di quei famigerati dieci denari, e chi con tutti i suoi denari crede di poter cambiare ciò che gli và, crede di poter fare il bello ed il cattivo tempo, grazie a giornali e televisioni "indipendenti", che nonostante una crisi economica di portata epocale imperversi sulle nostre tavole ancora oggi, ci bombardano la testa di nullità, ti raccontano la storiella di quel povero cane a cui sono successe un sacco di disgrazie, ma che alla fine qualcuno, munito di telecamera e microfono, è andato a salvarlo in quello sperduto canile di provincia.
con tutto l'amore e l'affetto che provo per ogni sorta di essere vivente presente sul nostro pianeta, non riesco più a commuovermi per queste puttanate, ci sono migliaia di specie animali in via di estinzione, uomo compreso, e dovrei provare tenerezza per un cane, o un gatto, o un cavallo?
devo proprio bermi ogni sorta di intruglio mediatico che mi viene proposto da una televisione che di libero non ha neanche più i film?
c'è troppa confusione in questo paese, dove la costituzione è trattata come un manuale d'istruzioni di una macchina troppo vecchia, ogni tanto bisogna aggiornare qualche voce dell'elenco, niente di importante, la copertina resta sempre uguale.
peccato che la "macchina" chiamata repubblica sia in realtà troppo giovane, appiccicata come una figurina nel mezzo di un europa troppo piena di doppioni, quindi senza un necessario reale motivo per essere modificata a piacimento da leggi ad personam ed interessi privati.
e il problema è che questa confusione è voluta, è cercata e studiata a tavolino dagli artificieri della nebbia.
roberto saviano parla di macchina del fango, io voglio parlare di macchina della nebbia, non quella nebbia che per anni ho visto in questi periodi ogni mattina aprendo le finestre della mia casa, ma una nebbia molto più fitta ed impenetrabile ad occhio e orecchio umano.
una fitta coltre di nebbia rimbecillente stà dilagando tra le nostre case, nei bar, nei luoghi di lavoro, nelle chiese, dio ce ne scampi, ovunque si sente l'odore acquoso ed umidiccio delle stronzate che ci vogliono far credere, che và tutto bene, che la direzione presa dalla nostra specie è giusta, che siamo in ripresa economica, che le guerre sono dispensatrici di pace, che un elevata percentuale di morti da cancro non significa niente, che il proibizionismo sia l'unica strada per salvare i nostri giovani ( me compreso ), che la massima aspirazione per mio figlio sia il grande fratello, che tanto se studia dovrà andare all'estero per sfruttare la propria intelligenza.
ci vogliono pure far credere che silvio berlusconi è gay, andiamo..
tutti sanno che per vincere l'assideramento bisogna rimanere svegli il più a lungo possibile, e questa nebbia ha lo stesso effetto, vuole addormantare le nostre coscenze, portandoci alla morte.
dobbiamo rimanere svegli, fino a quando arriverà il vento del cambiamento a spazzare via la nebbia ed a riportare il sole.

domenica 30 gennaio 2011

sto guardando

sto guardando
fuori dal vetro dell'auto,
in cammino verso il sole,
e piango...

penso alla mia vita,
agli amici,
alle poche donne che ho amato,
penso a quello che mi aspetta
oltre quel sole accecante...

e la musica và tra le casse
a riempire il silenzio,
a scavarmi nell'anima
uscendo dagli occhi...

una lacrima bagna
la mia sigaretta accesa tra le labbra
e il mio fumo sà di sale sulla ferita
e mi brucia come il sole negli occhi,
come la vita nella fine,
come la morte nell'attesa...